Cgil e Uil esprimono forte preoccupazione per la scelta del Comune di Venezia di aprire i nidi estivi
utilizzando le linee guida per gli spazi ricreativi, di socialità e gioco pensati prevalentemente per attività svolte all’esterno – dichiarano Daniele Giordano FP CGIL e Mario Ragno UIL FPL. "Come organizzazioni sindacali non siamo assolutamente convinti che si possano aprire questi servizi con le indicazioni che riguardano altri tipi di strutture e altri tipi di servizi che non sono certo quelli educativi"
Nonostante la nostra posizione e nonostante stiamo facendo tutti gli approfondimenti giuridici per valutare se effettivamente le linee guida che il Comune sta adottando siano adeguate per riaprire questi servizi, abbiamo espresso le nostre valutazioni che di seguito proviamo a sintetizzare.
Abbiamo proposto un rapporto numerico di un’educatrice ogni 3 bambini a differenza dell’indicazione assunta dal Comune di un’educatrice ogni 5 bambini. Questa nostra richiesta è a tutela dei bambini e delle educatrici per avere in una situazione così delicata la possibilità che le educatrici possano seguire meglio i bambini. I bambini le vedranno con le mascherine, non potranno avvicinarsi agli amici o scambiarsi i giochi e potrebbero avere crisi di pianto a cui le educatrici dovranno far fronte e per questo un rapporto numerico più basso permetterebbe di seguire i bambini al meglio.
L’Amministrazione non si è dichiarata disponibile e mantenendo solo un’educatrice in “sovrannumero” rispetto alle isole di sicurezza, solo per sostituire eventuali assenze e che pericolosamente potrà girare tra tutte le isole per effettuare sostituzioni momentanee che, a nostro avviso, può esporre a rischi le diverse “isole” che non dovrebbero avere contatti.
Sempre in termini di sicurezza non sono ad esempio previste separazioni fisiche sia all’interno che nei giardini e pertanto gli elementi di tutela che dovrebbero garantire l’assenza di contatti non vengono previste.
Sempre sui giardini sono anni che come sindacato chiediamo che vengano predisposti ombrelloni esterni in tutte le scuole e invece anche quest’anno avremo strutture che ne sono sprovviste quando invece l’utilizzo degli spazi esterni dovrebbe essere una priorità, l’uso dei giardini sarà completamente diverso rispetto al passato partendo proprio dall’attività principe che era il giocare nelle piscine che tenevano freschi e felici i bimbi anche se sotto il sole. Non aver preparato i giardini con tutto il tempo che l’Amministrazione ha avuto è un atteggiamento irresponsabile.
Altra cosa che non condividiamo è la scelta di escludere le famiglie all’inserimento dei bambini nonostante nelle linee guida del Ministero della Famiglia sia caldamente suggerito di prevedere un percorso di ambientamento con i genitori a causa dei mesi di chiusura che hanno determinato la distanza dagli altri bambini, dalle educatrici e da ambienti che non frequentano da tempo.
Siamo anche preoccupati per la tutela del personale a cui non viene indicato l’obbligo di utilizzare la visiera protettiva se non per il cambio dei bambini, come se non vi siano rischi negli altri momenti, dai pianti o ai rigurgiti di bambini così piccoli. Rischi che poi possono ricadere sulle educatrici ma anche sugli altri bambini e di conseguenza sulle famiglie.
Non ci pare che sia tenuta in conto adeguatamente la specificità di Venezia.
Come tutti sanno nelle scuole di Venezia ci sono strutture che hanno giardini molto piccoli o totalmente assenti e che non hanno nemmeno spazi tra l’accesso alla scuole e le calli. Questo determina inevitabilmente la necessità di maggiore attenzione e sicurezza che non viene a nostro avviso adeguatamente presa in considerazione sia per la consegna dei bambini che per il gioco all’esterno.
Non è stato chiarito a nostro avviso in modo adeguato il ruolo che avrà il personale di Ames che è fondamentale come durante tutto l’anno scolastico. È stato solo chiarito che non dovranno occuparsi dell’accoglienza che sarà compito delle educatrici. In particolare, su Ames continuiamo a ribadire che non è stata fatta nessuna opera di sanificazione come più volte annunciato dall’Assessore.
Abbiamo anche posto al Comune il tema di riconoscere alle educatrici l’indennità di rischio prevista dal contratto di lavoro e la rivisitazione dell’accordo sindacale per i centri estivi, dove ora addirittura si chiede orario aggiuntivo senza pagarlo, ma abbiamo ancora una volta raccolto una risposta negativa.
Il Comune come sempre si dimostra sordo alle istanze che provengono dai lavoratori e ci pare che stia affrontando nel modo più sbagliato la riapertura dei servizi guardando più alle scadenze elettorali che all’interesse dei bambini, delle famiglie e delle educatrici.
Per tutte queste ragioni – concludono Giordano e Ragno - segnaleremo alla Prefettura, e non solo, le criticità che abbiamo rilevato chiedendo un urgente confronto o saremo costretti a valutare altre forme di iniziativa
Foto di Ryan Fields su Unsplash