DISTRETTO DEL VETRO A MURANO. Una riflessione della Filctem Cgil di Venezia
E’ sempre molto complicato dover descrivere le difficoltà che il distretto di Murano sta vivendo in questi anni, ciò che più spaventa è il non riuscire a comprendere quali strategie adottare per far si che Murano non si trasformi in un isola che non c’è.
La fotografia attuale del distretto oggi è molto chiara, ci sono cento aziende, un lavoratore su quattro è residente in isola, venticinque milioni le perdite stimate nel 2020 e un domani che non riesce a dare certezze.
La maggior parte delle aziende oggi sono in cassa integrazione costrette a rimanere chiuse perché vengono meno gli ordinativi, non ci sono i turisti e l’export continua a non dare segnali di ripartenza.
Murano l’isola che rischia di scomparire sotto l’effetto di una crisi che nessuno ha voluto e che ci ha trovato ancora una volta impreparati.
Un’ isola in cui sorgono 260 fornaci e aziende d’illuminazione, un distretto situato in mezzo alla laguna diventando una tappa obbligata per chi a Venezia ci viene come turista.
Se da una parte il distretto di Murano riesce ancora a far sognare, dall’altra la crisi che lo sta attraversando rischia davvero di far di quest’isola “ l’isola che non c’è”.
Molteplici sono le situazioni con cui il distretto deve confrontarsi, cosi come molti sono i temi che si dovranno affrontare per trovare una soluzione che rallenti l’inesorabile decadimento di un sistema basato su due fattori principali, Industria e turismo.
Diverse sfaccettature quindi, da alcuni dati raccolti possiamo sostenere che il fatturato medio delle imprese negli ultimi dieci anni è sceso quasi di un 40%, e che la contraffazione continua ad essere un problema serio mettendo a repentaglio la riconoscibilità di chi fa delle proprie produzioni non solo una questione economica.
Quando si acquista un oggetto in vetro di Murano si acquista anche una parte di storia di quel distretto, un’ oggetto non perfetto, ma unico nel suo essere e che porta con se il sudore e la maestria di chi quel pezzo l’ha generato.
I dati che abbiamo raccolto parlano di un distretto che stà cambiando volto, l’occupazione oggi è garantita per un intervento massiccio degli ammortizzatori sociali, lavoratori che sono assunti con contratti a tempo indeterminato dove l’età media si aggira attorno ai 43 anni.
Un distretto in cui nulla è lasciato al caso, le grandi vertenze legate all’ambiente e alla sicurezza sui posti di lavoro ha fatto si che una sostanza come l’arsenico venisse bandita, oggi continua a esserci il cadmio ma tale situazione viene monitorata dalle centraline predisposte da ARPAV con l’obbiettivo di monitorare i livelli di inquinamento.
Entrando nelle varie fornaci in questi anni si è potuto comprendere come nulla sia lasciato al caso, tutto nasce da un pezzo di carta in cui tracciare l’idea di un nuovo oggetto, per rimanere senza parole quando poi questo diventa reale, un mondo fatto di colori, di forme, unici nella loro tonalità cosi come unici nel loro essere.
Murano e il suo distretto potrebbe essere dipinta in mille modi, sempre in trasformazione, sempre attuale, e sempre in prima pagina, alcune volte per esaltarne la sua bellezza altre per denunciare ciò che per Murano diventa deleterio, Contraffazione, evasione fiscale e chiusura di aziende.
Oggi il distretto di Murano ha un estremo bisogno di aggregazione, di condivisione, necessita di regole nuove e di nuove progettualità riuscendo a fare sistema nell’affrontare temi come occupazione, salute, fisco e contraffazione.
Il nostro è un grido d’allarme, conosciamo la fragilità di un distretto che oggi conta ancora circa 600 addetti, un distretto riconosciuto in tutto il mondo, un sistema di produrre che sa affascinare, in cui a fare la differenza non sono le macchine ma l’uomo, ma proprio per questo e per il valore che questo distretto rappresenta per Venezia necessità di attenzioni e progettualità diverse che possono arrivare attraverso il confronto tra tutte le istituzioni e le associazioni di categoria.
Murano ha bisogno di trasparenza e regole chiare, ha bisogno di essere rilanciata anche attraverso il cambio generazionale che oggi non c’è, un arte millenaria fatta di grande professionalità e maestria ma che deve riuscire a “ sfornare” figure professionali adeguate, la scuola Abate Zanetti deve essere il punto di partenza, deve essere l’eccellenza che crea eccellenza, purtroppo anche in questi giorni di tutto si parla e di tutto si scrive per uscire dall’ennesimo imbarazzo che la riguarda.
Come Filctem Cgil di Venzia vogliamo dare come abbiamo sempre fatto in questi lunghi anni dei temi da cui ripartire, convinti che se la situazione dovesse rimanere questa la definizione “ ISOLA CHE NON C’E’ “ rischia di diventare reale.
Non possiamo permettere che ci possa essere qualcuno che si senta legittimato nel pensare che a fronte della crisi si possa togliere al lavoratore quanto di positivo si è andato a costruire in termini di relazioni negli ultimi 20 anni, ma crediamo sia importante continuare a ribadire che senza regole chiare e condivise non ci sarà mai una via d’uscita facile.
Segreteria Filctem Cgil Venezia
Michele Pettenò