Sta accadendo quello che già avevamo denunciato il 19 settembre scorso: l’aggravio sulle famiglie e sugli ospiti delle mancanze delle Istituzioni che non hanno, in alcun modo, preso in carico la grave emergenza delle residenze per anziani.
Avevamo chiesto più volte alla Regione Veneto di intervenire, avevamo inviato una lettera al Presidente della Città Metropolitana Brugnaro chiedendo di aprire un confronto immediato ma nulla è stato fatto e questi sono i risultati sulla pelle delle famiglie. La Regione e il Comune devono anche sollecitare con urgenza il Governo a nuovi stanziamenti per le residenze per anziani perché la situazione non potrà che allargarsi a tutto il territorio Metropolitano.
La scelta di Ipav di aumentare le rette di circa 1.400 euro all’anno è una scelta che non possiamo condividere perché scarica sugli ospiti e sulle loro famiglie le responsabilità delle Istituzioni e del Comune di Venezia, che è stato a guardare nonostante avessimo sollecitato per mesi una presa in carico della situazione.
La situazione è gravissima e servono misure urgenti e immediate per evitare che le famiglie debbano indebitarsi per pagare le rette o, peggio, essere costrette a trovare soluzioni alternative per i loro anziani.
Con questa scelta si colpiscono in modo particolare i nuclei più poveri che non potranno permettersi questi aggravi - visto gli aumenti dell’inflazione e dei costi energetici che già colpiscono le famiglie – nonché garantire un’assistenza adeguata ai loro anziani. Siamo anche preoccupati che eventuali scelte delle famiglie di togliere i propri anziani dalle residenze possa anche avere ricadute occupazionali.
Abbiamo assistito due giorni fa ad una conferenza stampa trionfale sul bilancio comunale, ad investimenti faraonici per lo Stadio e il Palazzetto dello Sport, al Sindaco che si è vantato di tenere accese le luminarie e poi si colpiscono in questo modo le famiglie. Come sindacato consideriamo impensabile che il Comune non possa trovare le risorse per aiutare Ipav che ha un indubbio aumento dei costi di gestione.
Quello che sta avvenendo, dimostra altresì palesemente come l’invecchiamento della popolazione e la presa in carico dei bisogni degli anziani non sia, in alcun modo, una priorità della Regione Veneto e del Comune.
A questo si aggiungerà la vendita di patrimonio pubblico per fare cassa e tirare a campare qualche anno in più. La scelta da esempio di alienare abitazioni a Venezia è sbagliatissima perché quelle case dovrebbero essere utilizzate per costruire sinergie nella ricerca di personale, sempre più introvabile, sia per quanto riguarda Ipav che per tutto il sistema socio sanitario della città storica.
Anche su questo avevamo ascoltato grandi proclami dall’Amministrazione Comunale che a parole annuncia la disponibilità a costruire incentivi per attrarre lavoratori nella città storica e poi nei fatti avalla operazioni che incentivano solo il turismo.
Chiediamo anche che si trovino strumenti e forme per dare gli adeguati riconoscimenti economici ai lavoratori che da tempo sostengono carichi di lavoro molto importanti dovuti alla carenza di personale, anche per evitare, come sta avvenendo in molte altre strutture, che scelgano di abbandonare Ipav per andare in altre realtà o nella sanità pubblica.
Come Cgil chiediamo che la delibera venga immediatamente sospesa e che il Comune di concerto con la Regione trovi gli strumenti per evitare l’aumento delle rette in un momento di così grande crisi economica e di difficoltà per le famiglie.