Il Festival di quest'anno, dal titolo: “PRIMAVERA NON BUSSA. Futuri ri-belli”, proporrà condivisioni e confronti su questo tema:
"Alcuni mondi piegano il tempo a venire incatenando all'esistente ogni possibile esistere. Mondi di futuri fasulli, copie di di un passato a cui è impedito di passare. Del nostro mondo si dice lo stesso: che abbia già scritto ogni cosa, che niente possa sottrarsi al suo ordine, che il filo d'acciaio della sua sintassi implacabile (neoliberismo, biopolitica, intelligenza artificiale, catastrofi ecologiche, guerre, disuguaglianze e discriminazioni senza pari) detti regole ad ogni accadimento, lo plasmi, lo addomestichi, lo recuperi. Si dice che non verrà mai permessa altra scena, che il suo corso non sarà più deviato. Eppure a tratti accade qualcosa che non era previsto, qualcosa che irrompe a scardinarne l'assetto, a tagliarne la trama compatta. Qualcosa che, senza permesso, invade lo spazio, annunciando alfabeti sorgivi e una lingua tutta da inventare. Chiamiamo follia questo taglio? Lo chiamiamo rivolta? Vogliamo chiamarlo primavera perché la primavera non bussa, e ha in corpo futuri ri-belli."
Il primo, giovedì 30 maggio, ospiti del bellissimo Auditorium di M9 - Museo del ‘900, con l’incontro “Franco Basaglia in Brasile. Una primavera che non passa”, insieme a Ernesto Venturini Stella Goulart e agli artisti Juliana Saúde Barreto e Rafael Costa, a parlare del lascito delle parole che Basaglia pronunciò in Brasile nel 1979, l’anno prima della sua prematura scomparsa. In una serie di incontri che lo videro confrontarsi con moltissime persone, tra addetti ai lavori, cittadini comuni, studenti a San Paulo, Rio de Janeiro, Belo Horizonte e divennero miccia di un discorso che in Brasile continua a generare pensiero critico, lotta alla violenza istituzionale, mosse di rianimazione sociale collettive di cui i matti sono i protagonisti principali. Persino una giornata nazionale ( il 18 maggio) di lotta antimanicomiale. Vedremo immagini di quella giornata, assisteremo a una performance, ci interrogheremo su come sia potuta accadere una presa che oggi, in Italia, nonostante la straordinaria rivoluzione culturale che ha portato all’emanazione legge 180, sembra svuotata, resa innocua o comunque sospinta nelle retrovie del discorso e delle pratiche di salute mentale egemoni nonostante quella legge e le tante celebrazioni per il centenario della nascita di Franco Basaglia che ricorre quest’anno.
Il secondo, domenica 2 gugno, Alle 17.30 torniamo al punto di partenza, al Brasile e alle sue primavere basagliane, con un incontro che proverà ad indagare con Francesco Vacchiano, Massimiliano Minelli, Ernesto Venturini e Stella Goulart da un punto di vista teorico e antropologico il lavoro di decostruzione istituzionale e le pratiche di liberazione marginali che fanno del Brasile ancora oggi un terreno sorprendente di alternativa al discorso egemonico sulla salute mentale.